Da Manon a Turandot. Le eroine pucciniane tra palcoscenico e influssi autobiografici

Nel corrente anno si celebra il centenario della morte di Giacomo Puccini (Lucca 1858-Bruxelles 1924), uno  dei più grandi compositori del XIX e XX secolo, che ha lasciato un’impronta indelebile nel panorama musicale italiano e internazionale.

Giacomo Puccini nel centenario della morte

L’artista visitò il Teatro Sociale rodigino per ben due volte e per l’occasione vennero eseguite nel 1896 “La Bohème” e nel 1903 “Tosca” e “Madame Butterfly”. A presentare ai soci il percorso umano e artistico di Puccini, il Circolo Polesano degli Amici dell’Arte presieduto da Federica Panziera, nella conviviale di giovedì 18 aprile, ore 20, all’Hotel Regina Margherita ha invitato la dott.ssa Nicoletta Confalone. La musicologa esperta della musica declinata al femminile svilupperà il tema “Da Manon a Turandot. Le eroine pucciniane tra palcoscenico e influssi autobiografici”. Dopo le prime affermazioni, ha anticipato l’esperta, il musicista lucchese raggiunse il successo internazionale proprio con l’opera “Manon Lescaut” (1893), traducendo le emozioni più profonde in musica, cui seguì “La Bohème” (1896) ispirata alla vita bohemienne parigina, “Tosca” (1900) personaggio di grande drammaticità e energia, “Madame Butterfly” (1904) eroina sensibile, con la capacità di toccare le corde più profonde dell’animo umano. Il suo capolavoro finale “Turandot” (1920-1924) pur incompiuto, rimane un simbolo della grandiosità e dell’epica nell’opera lirica per i potenti cori e le arie indimenticabili.

Nicoletta Confalone musicologa e Presidente ass.ne Venezze

Esiste un fil rouge che lega le eroine pucciniane, rappresentato dalla loro forza emotiva, la lotta contro le avversità della vita, poiché ognuna di esse affronta situazioni difficili e drammatiche con passione, determinazione e coraggio. Appaiono dei rimandi tra la vita del compositore e il suo processo creativo: gli elementi della sua vita personale li trasforma sapientemente in narrazioni artistiche, attraverso una serie di filtri, adattandole alla struttura drammatica e musicale delle sue opere. Non va trascurato il ruolo importante, seppure complicato e contradditorio, esercitato sulla vita e sulla carriera del compositore, dalla moglie Elvira Gemignani. Figura dominante, rappresentò tuttavia una fonte di sostegno emotivo per Puccini nei momenti difficili della sua vita.

Tra le interpreti femminili più famose che hanno calcato le scene al teatro Sociale cittadino, interpretando personaggi pucciniani, vanno ricordate Toti Dal Monte, interprete di Mimì nella “Bohème” e di Cio-Cio-San in “Madame Butterfly”. La mezzo soprano Giulietta Simionato in Suor Angelica e la soprano Renata Scotto, rimasta poi celebre nella storia del bel canto per il ruolo di Manon Lescaut. Un tributo speciale va a Rina Malatrasi, mezzo soprano polesana, originaria di Calto, stupenda interprete dell’eroina Cio-Cio-San, dalla voce intonata, libera nello slancio e nella tenuta delle corde vocali. Proprio l’eroina pucciniana fu il personaggio in cui la Malatrasi si identificò maggiormente per le doti vocali, espressive e fisiche.

L’eredità del maestro lucchese, nell’opera lirica è immensa e continua a influenzare compositori, cantanti e appassionati di musica in tutto il mondo. La sua capacità di trasformare emozioni umane in suoni, combinata con la straordinaria sensibilità melodica, lo rende uno dei giganti dell’ultimo secolo.

 

Federica Panziera