Grande protagonista della conviviale di maggio del Circolo Polesano degli Amici dell’Arte sarà lo scultore di Falcade Augusto Murer (1922-1985), uno dei più significativi artisti della seconda metà del Novecento.
Giovedì 16 maggio, ore 20 all’Hotel Regina Margherita di Rovigo, il figlio Franco, invitato dalla Presidente Federica Panziera, anch’egli famoso pittore e scultore presenterà ai soci aspetti inediti dell’attività artistica, sociale e i luoghi da cui il padre prese ispirazione. Il titolo della conferenza sarà “Scolpire la memoria: l’impegno artistico e civile di Augusto Murer”. Ha anticipato il relatore che il padre ancor prima di scultore, nel periodo della Resistenza nazifascista, fu partigiano con il nome di battaglia “Artista” e di aver combattuto in difesa della libertà e democrazia, valori cui si ispirò per tutta la sua esistenza.
Solo alla fine delle ostilità riprese la primitiva vocazione e diede vita ad una vasta produzione artistica, legata a temi di impegno civile e sociale. Le opere di Murer sono ispirate ad un realismo esistenziale che scaturiva al contatto con la materia, da cui faceva trasparire tutta la forma immaginativa della sua fantasia. Nell’atelier di Falcade, tra le montagne bellunesi, ospitò amici famosi: Renato Guttuso, Carlo Levi, Tono Zancanaro, Mario Rigoni Stern, Giuseppe Marchiori il lendinarese fondatore del Fronte Nuovo delle Arti e altri ancora, con i quali intrattenne un rapporto interlocutorio profondo e duraturo.
Gli anni della maturità artistica furono contrassegnati dal Monumento alla Partigiana, realizzato in collaborazione con Carlo Scarpa su una piattaforma mobile davanti ai giardini della Biennale di Venezia. Poi il Monumento ai caduti di Belluno, quelli di Vittorio Veneto, del Cansiglio, del Grappa, che rappresentano il compendio della storia patria dal Risorgimento alla Liberazione. Riprodusse con straordinaria umanità e verità tragedie del lavoro, come quella accaduta nella miniera di Marcinelle, per cui venne apparentato dalla critica a Henry Moore e a Van Gogh per la dirompente forza creativa.
Anche la città di Rovigo, a fine anni settanta, commissionò a Murer un monumento celebrativo in memoria di Giacomo Matteotti, vittima nel 1924 della violenza fascista, da collocare nell’area antistante il Giardino delle Due Torri. Lo scultore ha dato vita ad un’opera complessa, tormentata che costituisce un capitolo di straordinaria umanità e verità.
Si tratta di un realismo espresso con elementi astratti che rappresentano in modo metaforico l’atto di condanna nei confronti del Fascismo dichiarato da Matteotti, ma pure l’ordine di eliminare un avversario pericoloso per il Regime. Lo scultore ha fatto assurgere la figura a simbolo di un destino che tende alla speranza e alla libertà, nonostante le difficoltà ineluttabilmente incontrate.
Gli Amici dell’Arte, a completamento del percorso conoscitivo di Augusto e Franco Murer, si sono recati a visitare il Museo di Falcade, immerso tra boschi e montagne.
Federica Panziera